Sede scuola: Via del Castro Pretorio 54, 00185 Roma
I percorsi della nostra Scuola di Arteterapia sono quindi, prima di tutto, dei percorsi di crescita personale e di arricchimento delle nostre capacità creative, affettive e di adattamento alla complessità della vita.
Per dirla ancora più sinteticamente, il Sistema Poliscreativa ci aiuta ad amare ma nella maniera migliore che sia possibile per ognuno di noi, per chi ci stia nei paraggi e per le caratteristiche del mondo in cui siamo immersi, in maniera diversificata quindi, a seconda pertanto della nostra unica e irripetibile storia.
Le metodiche acquisite saranno spendibili non solo per il proprio benessere e per stimolare le capacità creative intese nella loro più ampia accezione, persino per chi non frequentasse sistematicamente discipline e attività artistiche ma anche, a seconda della propria formazione di base, in campo educativo, riabilitativo e terapeutico.
Per la sua filosofia, per la sua specifica visione dei nostri corpi nel mondo, per la relativa omogeneità dell’insieme delle sue procedure e delle sue pratiche di meditazione corporea e soprattutto per il costante livello di condivisione, il Sistema Poliscreativa, inevitabilmente si propone anche come una comunità di persone che più o meno condividano la stessa proposta per dare un senso alla loro vita.
Una comunità di sicuro sempre fluida, con livelli di appartenenza molto diversi dall’uno all’altro dei suoi partecipanti, un’appartenenza persino intermittente quanto reversibile perché basata sulla libertà e sulla libera scelta, in caso contrario il Sistema Poliscreativa perderebbe di qualunque valore etico e pertanto di efficacia. Soprattutto un’appartenenza mai unica perché consapevole a sua volta di far parte per definizione di un sistema di appartenenze molteplici.
Essendo uno degli assunti di base del nostro pensiero che ognuno di noi non può che vivere come attore di più comunità contemporaneamente, magari distribuite su diversi piani della sua coscienza, quali fossimo un mosaico fluido, unico e irripetibile di queste appartenenze. E quando parliamo di comunità parliamo anche di biosfera, del mondo degli antenati e persino quello di chi non è nemmeno ancora nato, vivendo per il momento solo nel nostro immaginario.
Il Sistema Poliscreativa parte del presupposto, confermato dalla neurofisiologia, che soprattutto l’attività di quella funzione dei nostri corpi che chiamiamo la mente ha sempre e costantemente un andamento a spirale, ripercorrendo in continuazione e soprattutto inconsapevolmente tutte le fasi della nostra vita, a partire da quelle più precoci dello sviluppo.
Questo andamento è sempre a spirale e mai del tutto circolare per la semplice ragione che ogni passaggio non può mai essere del tutto identico al precedente, se non altro perché non si può mai passare nello stesso spazio due volte nello stesso tempo. Ogni gradevolezza e ogni spiacevolezza delle nostre vite è pertanto sempre, in qualche modo, anche un ricordo. La migliore delle vite possibili consiste in un’adeguata armonia tra il momento attuale e tutte le esperienze pregresse che abbiamo in memoria.
Quando parliamo di adeguata armonia dobbiamo sottolineare che ogni insieme complesso di ritmi, qual è sempre l’esperienza vitale di ognuno di noi, è inevitabilmente costituito sia da sincronizzazioni che desinicronizzazioni e quindi da flussi sia in continuità come anche tra loro discontinui.
Non possiamo e non dobbiamo portarci sempre dietro tutto ma una gran parte è necessaria, non possiamo quindi vivere solo nel passato come nemmeno, sempre e completamente, nel qui e adesso. Le parti di questo nostro insieme complesso il più delle volte potrebbero e dovrebbero saper danzare con grazia acquisendo quindi delle capacità selettive, imparando a frequentare quei luoghi che abbiamo trovato più ameni e accoglienti come anche a ripercorrere con sempre minore assiduità quelle sale da ballo in noi, le cui orchestre non la smettono mai di suonare nel nostro profondo e nelle quali purtroppo abbiamo fatto dei brutti incontri.
E se proprio dobbiamo tornarci, perché magari abbiamo lì dimenticato qualcosa di prezioso che è il caso di recuperare, torniamoci assieme a chi ha condiviso con noi il percorso del Sistema Poliscreativa, proprio come se avessimo la possibilità, introiettandoli, di portarci dietro dei guardiaspalla o, se vogliamo, dei mediatori.
Il Sistema Poliscreativa può farci acquisire un sufficiente potere sulle nostre vite tanto da farci arrivare a dire: “a questo valzer non mi ci impegno più con quell’assiduità che per tanto tempo mi ha fatto soffrire”, oppure ancora: “forse se lo ballo ora che sono più forte riesco persino a trovarci qualcosa di bello, questa volta!”
Il Sistema Poliscreativa descrive le nostre prime tappe dello sviluppo sottolineando che, anche il più sfortunato di noi qualche cosa di gradevole, di bello, deve averlo pur provato in quel periodo, altrimenti semplicemente non sarebbe vivo.
Le procedure del Sistema Poliscreativa si basano su tre aspetti fondamentali:
Giochi di condivisione creativa, ritmica, corporea. Volendo entrare in contatto soprattutto con le esperienze positive delle prime fasi dello sviluppo, le nostre procedure partono sempre da esperienze di gioco, spesso apparentemente afinalistico. In maniera da far compiere un qualche giro al caleidoscopio delle nostre memorie fino a quando una delle tante configurazioni che ci capitano davanti, in buona parte magari per caso, non la si scopra più funzionale delle precedenti.
La logica è che, se questi aspetti regressivi vengono attivati in un contesto estremamente accogliente come quelli che noi cerchiamo sempre di mettere in scena, questo percorso a ritroso tenderà per rispecchiamento, grazie al buon clima relazionale, a indirizzarsi verso gli aspetti più positivi.
E quando sfiorerà esperienze sgradevoli, come è ovviamente inevitabile, lo farà in sicurezza perché sentendosi protetto dalla buona condivisone.
Anche se ovviamente degli aspetti di verbalizzazione saranno comunque necessari, non si passerà necessariamente per una qualche forma di interpretazione come quelle di ambito psicoanalitico. Potremmo dire che nei nostri gruppi non si capisca mai chi ha scagliato la pietra esattamente come non sia mai chiaro chi ci stia carezzando nel profondo.
Per dirla in altra maniera, le procedure del Sistema Poliscreativa ci dimostrano giorno per giorno che quando si è al sicuro, in un contesto adeguato e non troppo intrusivo, le nostre capacità autoriparative si attiveranno al massimo senza che sia sempre necessario raccogliere le vittime, identificare i carnefici o evocare, da chissà quale mondo alieno, qualche salvatore dagli straordinari poteri miracolosi.
I miracoli del Sistema Poliscreativa sono piccoli piccoli ma quotidiani e nei paraggi, non fanno tutto questo gran fracasso perché si palesano solo un poco alla volta.
Infatti, l’altro aspetto importante per noi è la gradualità, la più piacevole e la meno sgradevole possibile. Ma chi lo ha detto che la via della crescita e della promozione umana passi necessariamente per una selva oscura, prima traversa a sinistra della valle di lacrime? E che per tornare a riveder le stelle, una volta imbroccata la strada giusta, devi farti una faticaccia che ti fa più volte crollare, ce lo racconta Dante nel suo Inferno, proprio come corpo morto cade? Con buona pace del Sommo Poeta e di tutta una cultura pedagogica e terapeutica basata sull’intensità delle punizioni, noi del Sistema Poliscreativa tendiamo sempre verso percorsi più estensivi che intensivi.
Basti pensare che a volte le nostre procedure, soprattutto nelle fasi iniziali, possono durare anche solo pochi minuti!
Quando vediamo che le emozioni, sia gradevoli, come il più delle volte accade per come impostiamo il lavoro, sia pure spiacevoli, come è anche giusto che occasionalmente accada, diventano troppo forti, sfumiamo verso un plateau meno eclatante. Per poi, la volta successiva, magari permettendoci di spingerci insieme un po’ più in là.
Ripercorrendo quei sentieri ma sempre piano piano e poco poco alla volta per dare tempo a tutto quel complesso sistema che siamo di riadattarsi ad una maggiore armonia accettandone persino le discontinuità.
Attualizzazione pratica, operativa e verificabile. Le nostre vite si svolgono nel mondo reale, non solo e neanche soprattutto, nell’inconscio profondo profondo. Tutti abbiamo bisogno di qualche risposta, ora e adesso. Come posso superare i miei attacchi di panico? Come soprassedere al fatto che tutti ce l’hanno con me? Cosa devo pensare a quelle voci che sento solo io e che non so da dove vengano? Che faccio, quel capufficio perverso, lo ammazzo? Così come anche, per favore mi dite se non sarà il caso di sopprimere un marito inutile, una moglie petulante, dei figli che è evidente me li abbiano scambiati in culla, dei genitori meschini e falliti? Come superare i miei blocchi nello studio e mettere a fuoco un qualcosa che assomigli a un progetto credibile per il mio futuro? E come faccio a non farmi travolgere emotivamente da quella brutta malattia che mi è capitata? Come sopravvivo a questo spaventoso lutto? Come riuscire a parlare in pubblico e, alle feste, come non fare solo da tappezzeria?
Queste sono, tanto per fare qualche esempio, le domande alle quali noi del Sistema Poliscreativa, a seconda del nostro ruolo e delle nostre competenze pregresse, come psicoterapeuti o come formatori, dobbiamo comunque essere in grado di rispondere. Per questa ragione nelle nostre procedure vi è sempre una spinta, graduale quanto necessario ma sempre in qualche modo presente, verso l’attualizzazione, verso la ricaduta pratica, operativa, verificabile e, per quanto sia possibile, non alle calende greche.
Abbiamo prima fatto cenno che il Sistema Poliscreativa si strutturi seguendo percorsi, ritmici, spiraliformi. Ad ogni giro qualcosa di più e qualcosa di meglio. Bene, caro lettore, sappi che stai già per concludere un primo giro con noi e il nostro mondo, un giro a volo d’uccello, ma quasi completo. E che se sarai interessato, ne potrai percorrere tanti altri insieme a noi e, secondo la nostra filosofia, la nostra visione del mondo e le nostre strutture operative, ad ogni ripercorso approfondendo il tuo livello di conoscenza e il nostro livello di condivisione.
Il futuro percorso formativo in comune che potrebbe attenderti, funzionerà proprio secondo l’andamento tipico delle nostre procedure, nelle quali si ripercorrono le varie tappe dello sviluppo, dalla simbiosi ritmica alle desincronizzazioni intermittenti che ci permetteranno prima o poi di gironzolare tra “noi” e “io”, dalla prosodia dei nostri corpi all’immagine, alla magia della parola, alla narrazione e così via.
Faremo di tutto perché ad ogni spira del nostro serpentone sempre più capiti di arricchirsi di profondità e di capacità nella gestione delle cose complesse, sia quelle proprie che quelle altrui. A proposito, sia detto tra noi, un confine veramente netto tra il proprio e l’altrui finora non lo abbiamo ancora mica trovato.
Esperienze come queste non sarebbero in sé e per sé del tutto esenti da rischi perché nel mare aperto qualche tempesta, qualche secca e qualche squalo è sempre possibile incontrare. Ma siamo abbastanza al sicuro se vi è gradualità, come ricordavamo prima e, soprattutto, adeguata formazione dei conduttori del percorso. Insomma, prima di poter utilizzare le nostre metodologie in ambito terapeutico come anche formativo bisogna aver viaggiato, con noi e per un tempo sufficiente, nei propri arcipelaghi ed aver imparato a navigare anche tra le isolette più sperdute, sapendo distinguere quelle abitate da indigeni accoglienti e quelle, invece, covo di pericolosi cannibali. Quindi, se lo vorrete, benvenuti a bordo.